Tornati a Roma, riguardando le foto di Patrizia, ci siamo accorti di non aver raccontato nulla del nostro consueto viaggio in Norvegia. Eravamo stati talmente presi dalle aurore boreali viste in partenza e in arrivo che avevano lasciato da parte un racconto sull'estremo nord della Finnmark norvegese. Abbiamo percorso gli altopiani sterminati dove le renne mangiano immerse nelle acque dei laghi. E siamo arrivati a Hammerfest, la città più a nord del mondo: 600 kilometri oltre il circolo polare artico. E poi, scendendo, abbiamo raggiunto Alta per vedere le incisioni rupestri appena fuori una città stravolta dalla presenza delle compagnie petrolifere. Il museo che introduce questo luogo preistorico è posizionato in alto sul golfo, poi si percorrono camminamenti sopraelevati in legno e si entra nella vita quotidiana degli abitanti che frequentavano la zona tra 10 mila e 2500 anni fa. Le incisioni visibili sono migliaia, la maggior parte evidenziate con un colore rosso vivo che, in quei giorni autunnali, si univa bene alle foglie delle piante alte di
Epilobium e di quelle basse di
Arctostaphylos alpina. Sulla riva del mare milioni di ciottoli: tra questi sicuramente gli utensili usati dai nostri antenati per incidere renne, alci, orsi, barche, recinti, uomini e pesci. E migliaia di incisioni sono ancora sotto uno strato di licheni e muschi che tappezzano le grandi rocce granitiche, levigate dall'ultima glaciazione.