Ari, il fratello di Hannu Hautala, mi ha mandato questa foto che il nostro grande mentore aveva scattato a ottobre dal capanno che sovrasta il fiume Oulanka nell'omonimo parco nazionale. Una foto che mi faceva pensare a quelle immagini sgranate e un po' sfocate dei primi anni Settanta: teleobiettivi come macigni, messe a fuoco discutibili e manuali. Ari mi mandava la foto con un titolo che mi lasciò sgomento e preoccupato. Come l'ultima foto di Hannu? Perché?
Poi Ari mi ha raccontato la storia. L'ultima foto perché dopo aver avuto il dono, la fortuna, il piacere (pensatelo come volete) di avere tre aquile posate a terra che si alimentano su carcasse di volpe e di lepre variabile.,Hannu, che ormai ci vede poco e non cammina quasi più, dopo aver spedito i suoi rullini analogici e di aver ricevuto le diapositive stampate si è accorto che erano poco a fuoco e non belle. Così dopo aver lanciato al cielo una serie di parolacce finlandesi tipo pèrkele, ha detto solennemente alla moglie Irma che quella foto che vedete era l'unica che si salvava. E sarebbe stata la sua ultima foto. Era arrivata l'ora di appendere le sue camere Canon, tutte analogiche, al fatidico muro.
Grande commozione per questa decisione che, era ormai chiaro, incombeva. Così lo scatto ha il suo posto d'onore nel blog che racconta il nostro nord del mondo e la nostra gioia, ancora dopo tanti anni, di viverlo, nonostante il Covid.