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martedì 30 ottobre 2012

Il fiume Kemi, il più lungo della Finlandia

Nasce dalle colline Saari in Lapponia e dopo oltre 500 km sfocia nel golfo di Botnia, a Kemi. Si chiama Kemi, appunto, ed è il fiume più lungo della Finlandia. Qui l'acquerello mostra un tratto veloce del suo corso poco dopo Rovaniemi a poco distanza da casa di Saara, Anti, Siiri e Iiris, i nostri amici che si chiamano Saari di cognome, proprio come le colline da cui nasce il Kemijoki.

lunedì 29 ottobre 2012

Ricordo della mia montagna

Da alcuni giorni dipingo quasi a memoria, mi aiutano le foto d'epoca, scorci e visioni di assieme del massiccio del Sassolungo, quella che da sempre è la mia montagna. Mi torna in mente a ondate il ricordo della fine di agosto del 1960 quando, reduce della scalata del Sassolungo (una via facile e non molto impegnativa ma esaltante per me che non avevo ancora 18 anni), salii con Pierluigi, l'amico genovese del tempo, la forcella tra il Sassolungo e le Cinque Dita per poi scendere nell'alpe di Siusi. Allora non c'erano risalite meccaniche. Il tempo cambiò in modo violento mentre eravamo tranquilli a riposare all'interno del rifugio Demetz. Uscimmo in un turbinio di neve e grandine. La nebbia ci circondava e si camminava male su pochi centimetri di neve bagnata e ghiacciata insieme. Pierluigi cadde, mentre scendevamo verso il Monte Pana, e si slogò la caviglia. Lo aiutai a proseguire tenendolo sottobraccio con l'incoscienza di un giovane alpinista in erba. Raggiungemmo gli amici che ci aspettavano a valle dopo ore di cammino. Avevo la mano destra assiderata dal freddo. Mi furono aperti dei tagli longitudinali per evitare il peggio e per molto tempo persi la sensibilità della mano al caldo e al freddo. Nessun rimpianto però. Il Sassolungo da allora è rimasta la mia montagna anche se non la frequento più da almeno 50 anni. La dipingo però quando mi viene voglia di raccontare a me stesso alcune emozioni forti che solo quelle guglie incredibili delle Dolomiti possono far tornare avanti nel tempo. Sempre uguali. Uno degli ultimi stimoli a ridipingerla è stata la scoperta di un bellissimo lavoro grafico di Claudio Olivotto proprio del Sassolungo.

martedì 23 ottobre 2012

I colori delle grandi aurore boreali


Sono giorni che provo e mi intestardisco: le aurore boreali, che abbiamo visto appena un mese fa e che sono ancora nei nostri occhi, devono pur venir fuori e rimanere sulla carta. Erano grandi aurore, colorate come mai, vistose, eclatanti, ballerine, scomponibili, bellissime. Ricordarle mi serve per provare cosa mai potrebbe succedere mischiando acqua e colore, sovrapponendo velature, lasciando solo una quinta di lago e di alberi per collocarle nello spazio e nel tempo. Non so che altro dire se non che ho comunque bisogno di sperare di dipingerle.

sabato 20 ottobre 2012

Omaggio alle nostre amate alci (2)

Dipingerle è difficile, vederle a volte meno. Un animale imprevedibile da noi molto amato e oggetto di caccia a partire dalla fine di settembre. Una caccia che, in tutta la Finlandia, è un fatto sociale aggregante come nessun altro. A noi dispiace molto perchè le alci vengono nel nostro terreno dietro casa dove leccano il sale che disponiamo su un palo a quasi due meri di altezza...

giovedì 11 ottobre 2012

Interpretazione di aurore boreali al Pallastunturi


La quinta di abeti rossi artici chiude l'orizzonte. E' una notte indimenticabile sulle pendici del Pallastunturi, uno dei più bei parchi nazionali della Lapponia finlandese. Un luogo a noi molto caro dove si può sciare in primavera di collina in collina e dove, con un po' di fortuna, si può assistere alla danza delle code delle volpi, le aurore boreali interpretate in questi due acquerelli, in cui mischio emozione, sogno e un pizzico di realtà.

sabato 6 ottobre 2012

Interpretazione di aurore boreali sul lago Inari

Ci sono volute settimane per metabolizzare quanto visto sul lago Inari. Oggi, a Roma, ho provato a ricostruire mentalmente le emozioni vissute. E' difficile capire se devi lasciar andare il pennello o la mente... e far rivivere le aurore boreali quasi per incanto, da sole, senza doverci pensare più di tanto.

Gita in Norvegia: Alta e la Finnmarksvidda









Tornati a Roma, riguardando le foto di Patrizia, ci siamo accorti di non aver raccontato nulla del nostro consueto viaggio in Norvegia. Eravamo stati talmente presi dalle aurore boreali viste in partenza e in arrivo che avevano lasciato da parte un racconto sull'estremo nord della Finnmark norvegese. Abbiamo percorso gli altopiani sterminati dove le renne mangiano immerse nelle acque dei laghi. E siamo arrivati a Hammerfest, la città più a nord del mondo: 600 kilometri oltre il circolo polare artico. E poi, scendendo, abbiamo raggiunto Alta per vedere le incisioni rupestri appena fuori una città stravolta dalla presenza delle compagnie petrolifere. Il museo che introduce  questo luogo preistorico è posizionato in alto sul golfo, poi si percorrono camminamenti sopraelevati in legno e si entra nella vita quotidiana degli abitanti che frequentavano la zona tra 10 mila e 2500 anni fa. Le incisioni visibili sono migliaia, la maggior parte evidenziate con un colore rosso vivo che, in quei giorni autunnali, si univa bene alle foglie delle piante alte di Epilobium e di quelle basse di Arctostaphylos alpina. Sulla riva del mare milioni di ciottoli: tra questi sicuramente gli utensili usati dai nostri antenati per incidere renne, alci, orsi, barche, recinti, uomini e pesci. E migliaia di incisioni sono ancora sotto uno strato di licheni e muschi che tappezzano le grandi rocce granitiche, levigate dall'ultima glaciazione.

giovedì 4 ottobre 2012

Si aspetta la prima neve a Riisitunturi

Ultimo giorno: si sale a Riisitutnturi per vedere ancora lo spettacolo di questo luogo incantato. Aria di neve come cantava Sergio Endrigo. E nebbia che copre le colline più alte. Il sottobosco è rosato, ruggine, violaceo. Noi ce lo ricordiamo con la galaverna a tonnellate alla fine di febbraio, con lo splendore delle luci di agosto. Si torna a Roma... e ci pesa lasciare il nostro nord del mondo dopo due mesi volati, come sempre, in un batter d'ali.

Le bacche dei sorbi sono mature

L'acquerello fa il paio con la foto di Patrizia qui sotto. Le cesene vanno e vengono dalle bacche mature dei sorbi. Hanno campo libero perchè i beccofrusoni sono ancora timidi, cantano i loro trilli sulla cima degli abeti e poi scendono velocemente a banchettare. Ma è un attimo. Per loro è ancora presto: aspettano le prime gelate e i primi fiocchi che tardano a venire.